Questo è solo uno dei titoli di giornali stranieri che hanno riportato la notizia della truffa, l’ultima in ordine di tempo a fare così clamore, di quattro turisti giapponesi recatisi a mangiare in una osteria vicino a Piazza San Marco e che si son visti comminare un conto da 1143 euro (senza scontrino). Quando leggo queste notizie sono sempre combattuto: da un lato mi viene rabbia che si parli di Venezia in tutto il mondo per quella che è una truffa vera e propria, dall’altro mi pare strano che nel XXI secolo ci sia ancora chi casca in queste trappole da turisti. Poi però tendo ad assolvere il turista e incazzarmi con i proprietari dei ristoranti che sporcano il buon nome della mia regione in tutto il mondo.
Per prima cosa, sfatiamo un tabù che sembra abbastanza radicato tra chi non frequenta spesso Venezia: mangiare bene e spendere poco a Venezia si può. Anche chi volesse mettere le gambe sotto ad un tavolo (quindi tralasciare i bacari e i cicheti di cui avremo modo di parlare ancora) può, seguendo qualche accorgimento, evitare fregature ed evitare di dover chiamare la polizia, magari rovinandosi per sempre il ricordo del viaggio.
- Prima di scegliere un ristorante, guardate le recensioni su internet
Può sembrare una raccomandazione del c***o, ma se i nostri amici giapponesi lo avessero fatto si sarebbero accorti che L’Osteria da Luca (questo il nome del “ristorante” dal conto di 1143 euro) ha la bellezza di 1.5 stelle su 5 su tripadvisor e 1.3 stelle su 5 su google. Anche se siete tra quelli che non credono alle recensioni su internet, qualche domanda ve la dovreste porre e poi scegliere qualche altro posto - Evitate come la peste i ristoranti con i “buttadentro”
Io chiamo “buttadentro” quelle pessime figure di cameriere che stanno sulla soglia del locale e ti invitano a provare il loro ristorante. Spesso sono molto insistenti, ma anche molto furbi. Probabilmente punteranno la coppia di americani che cammina davanti a voi e vi lasceranno stare, ma il solo fatto che questa figura esista all’esterno del ristorante lo squalifica automaticamente come trappola per turisti. - Fate caso al menù esposto fuori dal locale
Spesso i ristoranti-truffa per turisti hanno i menù tutti uguali, stampati su giganteschi pannelli di forex con foto prese da internet che rispecchiano poco o nulla l’effettivo piatto che poi andrete a mangiare. - Fate caso anche alla clientela
Se tra i clienti del ristorante cui puntate andare o c’è poca gente, o ci sono solo turisti, fatevi qualche domanda. Spesso guardando dove mangia la gente del posto, o gli studenti, si possono avere delle preziose indicazioni. In una città come Venezia poi, un indicatore prezioso sono i gondolieri: se si fermano in un posto potete star tranquilli che vale la pena. - Chiedete alla gente del posto
Un giorno ero a Ferrara con una coppia di olandesi a cui stavo mostrando la città. Parlando del più e del meno il marito mi espone una teoria che mi ha cambiato la vita: quando è in una città nuova ed è ora di pranzo entra in una farmacia e chiede alla farmacista dove va a mangiare quando esce la sera. Dice che così facendo non è mai rimasto deluso dal ristorante che gli è stato consigliato. Non c’è nulla di male a farlo, anzi si scoprono delle piccole perle. Informatevi prima di partire con gente del posto (ehi, ad esempio NOI!) o sul posto, non abbiate remore. - La teoria dei cerchi concentrici
È una teoria che vale per tutte le nuove città che vi capiterà di visitare. Come quando buttate un sasso in uno stagno e questo crea dei cerchi concentrici a partire dal punto in cui il sasso ha colpito l’acqua, allo stesso modo funziona con i ristoranti di una città. La maggiore attrazione della città è il punto di impatto del sasso con l’acqua, più vi allontanate da quella attrazione (ad esempio Piazza San Marco) meno ristoranti-truffa troverete. Certo che poi troverete gente che si lamenta comunque per uno scontrino di una consumazione in uno dei bar più antichi d’Europa, nei tavolini che si affacciano sulla Basilica di San Marco, con un’orchestra che suona musica dal vivo, ma quello è un altro discorso. - Non illudetevi, non cambierà mai niente, siete voi che dovete stare attenti
Albrecht Dürer, uno dei più noti pittori rinascimentali tedeschi, e che visse a lungo a Venezia per lo meno in due periodi della sua vita, scriveva così al suo mecenate in Germania il 6 gennaio 1506 (esattamente 512 anni fa): “I mercanti della Riva [degli Schiavoni, vicino a Piazza San Marco], la gente più disonesta che viva da quelle parti, vogliono ricavare dalla vendita della loro merce un guadagno quattro volte superiore al prezzo normale. Perciò, dei buoni compagni mi hanno detto di stare in guardia, poiché costoro inculano bestie e uomini”. Cinquecento anni fa.
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